Nel nostro lavoro abbiamo spesso a che fare con figli, anche molto grandi, che rimangono intrappolati nel nido familiare, anche se non fisicamente nella stessa casa. Persone normalissime che presentano i sintomi più disparati.
Parlo di ragazzi di 30 anni che intraprendono un percorso di studi fuori città e poi finiscono per autosabotarsi, negli studi come in altri ambiti, fino a tornare a casa dai genitori.
Parlo di figlie di 25 anni che scelgono, inconsciamente ma con accuratezza da cecchino, uomini non disponibili e talvolta pericolosi pur di non mettere a repentaglio il loro falso ruolo nella famiglia d’origine.
Parlo di Uomini di 40 anni talmente legati al loro ruolo di figli da sentire fortissimi attacchi di panico appena prendono l’auto per recarsi a lavoro fuori città.
Parlo di ragazzine di 17 anni autolesioniste; di figli con comportamenti antisociali; di giovani donne che castrano la propria Differenziazione dal proprio Nido… parlo di qualcosa che abbiamo visto tutti.
Non parlo di qualcosa da cui Guarire, ma della necessità di Differenziarsi per poter crescere bene.
Per i terapeuti familiari e sistemici è fondamentale il “ritorno a casa” per poter crescere, è fondamentale poter lavorare con la famiglia (in terapia quando possibile ma non necessariamente) per poter restituire ai figli la libertà di volare attraverso una nuova relazione con la famiglia perché come disse il saggio “non si può separare ciò che non è mai stato unito”. Non può sentirsi libero di affermarsi nella vita un figlio che sente dentro di sé l’inconscia certezza che senza di lui i genitori si potrebbero lasciare, cadere in depressione o addirittura morire.
Capita spesso che il figlio sintomatico che non sapeva volare diventi nel tempo un Co-terapeuta con il sistema familiare stesso (Canevari 2013).
Capita ancora più spesso che il figlio in terapia ritrovi il coraggio di un rapporto affettivo nuovo con i genitori, un nuovo incontro emotivo in cui “riempire la valigia con l’eredità interiore” fino ad allora non ancora accettata, per poter finalmente prendere la propria strada senza sbattere la porta dietro di sé.
Riassumerlo in 400 parole è impossibile, perché di questo è fatta la terapia, ma se avete domande o dubbi andate a spulciare il materiale disponibile su: http://www.iprnapoli.it